Mentre seduta sulle scale del mio adorato loft grigio poco pazientemente attendo che l’imbianchino si palesi davanti alla mia porta, mi sento insignita di una visione profetica e illuminante: la vita non è altro che un’eterna attesa.
Per chi fosse nei paraggi sto anche attendendo che qualche anima buona mi porti cortesemente un caffè a domicilio, magari macchiato e con un po’ di cacao.
Nonostante diciamo tutti di andare di corsa dalla mattina alla sera come se alla fine della giornata qualcuno ci premiasse con una medaglia d’oro e di non avere o mai tempo per fermarci e pensare, in realtà tra una corsa e l’altra quello che facciamo meglio è attendere.
Probabilmente chi è in fila alle Poste in questo momento potrebbe sentirsi terribilmente chiamato in causa, ma non mi sto riferendo a nessuno in particolare giuro.
Attendiamo qualcosa tutto il giorno, tutti i giorni, anche quelli che si professano “Fan assoluti del presente guai a fare piani per il futuro” – il mio fidanzato è uno di questi – in realtà attendono sempre qualcosa.
Probabilmente che qualcuno li svegli dal torpore.
E’ insito nella natura umana proiettare la propria mente in avanti, fare progetti.
Chi non pensa alle vacanze estive a gennaio, chi non pensa quando fare quella telefonata scomoda rimandata 1000 volte, chi non pianifica nei minimi dettagli il proprio futuro per poi vederselo stravolgere da cause di forza maggiore, chi non pensa a quando sposarsi o a fare un figlio o più semplicemente chi non pensa a quanto manca alla fine dell’orario di lavoro e a cosa pregustarsi la sera per cena? Tutti su Internet condividiamo o cerchiamo le ricette delle migliori food blogger per poi ricordarsi alle ore 20.05, di ritorno a casa, che il frigo è vuoto e finire così per ordinare una pizza o farsi la classica pasta aglio e olio e peperoncino. Ci gustiamo tutto il giorno piatti virtuali in attesa di poter assaporarne uno in carne e ossa – verdure e gambi se siete vegani – e la maggior parte delle volte la realtà non ci soddisfa mai quanto l’immaginazione.
Siamo generazioni ambiziose bloccate da un’attesa che rischia di essere eterna, attesa che ti immobilizza e che rischia di farti perdere in elucubrazioni virtuali che poi rimangono li dove sono state concepite ossia nel tuo cervello.
Cerchiamo un segno divino – mi accontento anche di un piccione viaggiatore – che ci faccia alzare da questi scalini per decidere almeno se la direzione giusta da prendere sia scendere o salire. Un filetto in crosta con riduzione di aceto balsamico e accompagnato da patate duchesse per cena sarebbe l’ideale, ma se poi non c’è nessuno che te lo cucina è solo fantasia e… soldi sprecati.
Un po’ la vita passata in attesa è questo: fantasia e soldi sprecati. Ma non si sa mai costolette magari Cracco stasera potrebbe suonare alla vostra porta e rendere tutto reale, a me basterebbe che lo facesse in questo momento l’imbianchino visto che comincio ad avere fame e sempre meno pazienza.