C’è qualcosa di più odioso che essere una millennial pessimista ed avere a che fare quotidianamente con una boomer ottimista?
Siamo la generazione che ha dovuto fare i conti con le crisi economiche e le frustrazioni, al cui futuro roseo sono state tarpate le ali, la cui ricerca di gratificazione personale ha preso e continua a prendere una sonora porta in faccia, e mentre aspettiamo che finalmente il famoso portone si spalanchi, ci puliamo le scarpe in uno zerbino che lancia moniti di disillusione:
Lasciate ogni speranza voi che entrate.
Lo si accetta, come si accettano i calli, le punture di zanzara, le gastriti, ci si rassegna a cercare una nuova realizzazione interiore, fatta di piccole conquiste quotidiane e strategiche fughe dalla routine.
Tutto merito di un bellissimo percorso verso la consapevolezza e la ricerca dell’equilibrio che va totalmente in frantumi quando tua mamma, boomer & ottimista, sfodera il suo motto preferito “mai dire mai” difronte ad un tuo più che giustificato pessimismo esistenziale.
Te che hai conosciuto solo la versione negativa del suo mai dire mai -《 Non mi pioverà MAI dentro casa 》- non sei così incline a vedere grandi opportunità dietro l’angolo, perché dietro l’angolo vedi solo la perdita d’acqua.
E allora che fai? Cerchi di prospettare alla donna bassa e ottimista gli scenari più realisti sul futuro, cercando di appannare un po’ quegli occhiali rosa. Invano.
Un giorno poi ti senti dire che lei parte con le amiche, va a vedere New York e tu ripensi a quando in tempi non sospetti le dicevi che procrastinare è un lusso che hanno solo gli ottimisti e che oramai era troppo tardi per mettersi a viaggiare.
E poi capita che quel giorno arriva e che lei parte sul serio e nel tuo telefono ti compaiono le improbabili foto di tua mamma dentro il Summit One Vanderbilt che fa il segno della vittoria e così di colpo ti crollano tutte le convinzioni sul futuro. Tutte tranne una: la certezza di quello che ti dirà quando torna.
Cecilia Never Say Never


