Bonus 2020

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Bonus 2020

Una delle parole più utilizzate in abbinamento a questa fortunatissima annata, targata 2020, è sicuramente la parola BONUS.
Nonostante le mie radici classiche quando pronuncio la parola BONUS non penso alla sua etimologia latina e al suo utilizzo oramai comune nel gergo italiano, ma l’unica cosa che mi viene in mente è quel suono, quasi una droga, che si sentiva quando Mario chiappava le monetine gialle, più ne prendeva e più poteri aveva, fino ad ottenere una vita bonus e poter giocare ancora un turno.

L’altro giorno la mia amica ingegnere mi ha reso partecipe, ovviamente tramite whatsapp – luogo virtuale dove ormai si interfacciano tutti i miei rapporti extrafamiliari – di una sua riflessione. Una delle tante contenute nei messaggi delle 6 del mattino. Non ho ritrovato l’audio, ma più o meno diceva così: se sfanghiamo questo 2020, ci tocca il bonus!!!

Bambine al primo anno di materna con un sistema immunitario ancora da sviluppare, gestione familiare e lavorativa già faticosa in situazioni normali e in annate normali, prospettive future incerte o incertissime, rari momenti di svago, senza dimenticare i soliti problemi che si incollano come una cozza.
Un quadro pre Covid-19 impegnativo, appesantito poi dal Lockdown, dalle restrizioni, dall’isolamento dei mesi di chiusura e dallo smart working che con dei minori in casa è una sfida all’ultimo capello, quelli che rimangono ancora attaccati alla testa dopo giornate eterne. Il mio contratto già precario potrebbe essere inghiottito dal buco nero dell’ennesima crisi, tanto dal 2008 ne stavamo uscendo solo adesso.

Abbiamo respirato aria di libertà nei mesi estivi, buttando fuori tutto quel fiato trattenuto nel periodo in cui i 200 mt erano l’unica meta possibile, ma sorpassato Ferragosto, quella data prevista per la riapertura delle scuole, a ricordare l’inizio dell’autunno risuonava nelle nostre menti come un monito, 14 settembre, 14 settembre. Con un atto di fede tutti abbiamo riniziato, andando avanti invece che indietro non senza dubbi, non senza ansia, con il coraggio di chi non vuole perdere la speranza.

Siamo vicini alla fine di questo 2020, questo lunghissimo anno strano, quasi doppione di quello del precedente secolo, i mesi autunnali e invernali saranno impegnativi, come Mario dovremo saltare ostacoli e scavalcare tartarughe minacciose stando attenti che non ci colpiscano di ritorno, l’obiettivo sono quelle monetine, quell’insieme di piccoli traguardi che cumulati ci fanno vincere ancora un turno.

Chi sfanga quest’anno vince un Bonus, un Bonus Universale, una monetina gigante. Ce lo meritiamo perchè affrontare questo 2020 equivale a trovare il Super Fungo quello che aveva il potere di trasformarci in Super Mario. YES,WE CAN

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Il giorno in cui mi sono fatta Bionda

Ho un bell’articolo sulla scuola e sull’ importanza che riveste nella vita di qualsiasi individuo che un giorno voglia essere chiamato cittadino, ma è ancora lì in bozza – vediamo quanto dura questa scuola- in uno stato non pubblicato come il film UNPOSTED sul backstage della Ferragni. Solo che le mie bozze a differenza di tutti i suoi UNPOSTED rimangono bozze, raramente vedono la luce, a differenza dei sui outfit unpublished e del suo retroscena finito direttamente sugli schermi oltre che sui social.

Non è ovviamente questa una critica nei confronti della nota influencer, ma un semplice riflessione sulla diversa considerazione di cosa è veramente NON PUBBLICATO. Ad esempio un mio articolo NON è stato mai PUBBLICATO sulla Repubblica e sul mio amato D inserto del sabato. Qui ho usato correttamente il significato dell’espressione e a differenza della prima frase, vi è palesemente una critica. Non potrei mai criticare la Ferragni dopo che da ieri condividiamo così tanto.

C’è un giorno nella vita di ogni trentenne in cui ti stufi di vedere sempre la stessa faccia allo specchio. Premesso che se la mia faccia fosse rimasta quella dei miei 20 anni forse non mi sarei mai stufata. Idem per il fisico dei 25.
Arriva il giorno in cui tutto l’Universo o le allucinazioni di cui sei vittima ti indicano una nuova strada – quando non trovi la macchina nel parcheggio però tutto tace.
Un’illuminazione improvvisa ti cambia prospettiva, distruggendo tutte le tue certezze indissolubili, un nuovo bivio si prospetta di fronte a te e invece di percorrere la stessa strada rodata, metti la freccia e svolti, verso l’ignoto.
I tuoi dubbi svaniscono e ti fai condurre verso quel mondo fatto di strane macchine, di alluminio e di calore, dove le voci intorno a te si affievoliscono e tutto sembra ovattato.
Due ore dopo la scelta è stata oramai compiuta, non senza momenti di sconforto e molte titubanze, non senza la convinzione che la strada vecchia e rodata, calda e accogliente prima o poi ti ri-accoglierà.

Ieri coraggiosa, dopo questo salto letteralmente nel buio, avrei potuto conquistare il mondo.
Questa mattina, meno spavalda mi sono svegliata e guardandomi allo specchio ho detto: Cxxxo I’m blond!!!

Gli anni più belli

Venerdì tra una pausa pranzo e una pausa pre-cena, menomale che c’è il forno che cucina al posto mio, ho guardato Gli anni più belli, l’ultimo film di Muccino con un cast di tutto rispetto. Provare per credere.
Il film, nonostante i bravissimi attori, non mi ha particolarmente entusiasmato, ma solo per il fatto che mi sembra di averlo già visto e devo ancora capire se è un bene o un male, quando un film ti sembra familiare.

Una storia lunga trent’anni.

– l’adolescenza fatta di passioni forti ed emozioni vissute a pieno, scelte che sembrano eterne, ideali che nel giro di pochi anni si infrangeranno contro la realtà quotidiana neanche fossero onde sugli scogli di qualche spiaggia anonima.

– La fase della maturità o quella che così dovrebbe essere proprio per l’avanzare dell’età, la fase più difficile in cui ti sembra di stare in bilico perenne, tra ieri e il domani perchè l’oggi è un turbinio di obblighi, doveri, impegni e stanchezza che ti hanno fatto allontanare da chi eri un tempo alla ricerca di quel nuovo Io che dovrebbe dare un senso al tutto.

Poi finalmente la fine della corsa, la fase della riflessione, quella in cui appunto smetti di correre, smetti di mentire, smetti di tradirti e capisci improvvisamente cosa è importante, neanche fosse stato aramaico fino al giorno prima.

– La fase della rivelazione, del recupero, quella in cui recuperi il tempo perso dietro all’orgoglio, alle bollette, all’effimero, recuperi il sonno perchè oramai il più è fatto, nel bene o nel male. La fase della consapevolezza dove non ti fa più paura guardare negli occhi la ragazza che eri a 17 anni e i suoi sogni, dove hai compreso le scelte e gli sbagli dell’età di mezzo e hai fatto finalmente luce in quel turbinio buio di eventi che sembravano susseguirsi senza senso.

Quali siano gli anni più belli il film non lo chiarisce, una certa predilezione si percepisce nei confronti dell’età pura, l’adolescenza, verso la freschezza dei volti e dell’amicizia vera, ma niente lascia intendere quale sia davvero la fase più bella.
Gli anni più belli? Forse quelli che stiamo vivendo Hic et Nunc, ricchi di contraddizioni e difficoltà, ma unici e incomprensibili.

Stanotte entro ufficialmente nell’età di mezzo, nell’età in cui Dante vagava nella selva oscura, mi manca il mio IO del passato come mi manca l’aria, mi manca la sua spensieratezza e mi mancano le ore di sonno ancora di più, non ho la lucidità per comprendere a pieno questi anni “pieni” e impegnativi, dove scegliere non è mai veramente un atto libero e incondizionato e dove la razionalità calpesta come un carro armato la passione.

Ufficialmente nella terra di mezzo, in questo strano 2020, la scelta che mi attende è ballare o rimanere in ballo.

In attesa di capire come comportarmi, un augurio verso Me stessa, al cubo, è doveroso.

Buon compleanno a Me, Cecilia dagli occhi pieni di Paillettes che danzi libera in attesa di realizzare i tuoi sogni, auguri a me Cecilia over 50 che guardi il passato con un sorriso e senza più paura danzi nel presente, Auguri a me Cecilia 35enne che per la forza e il coraggio di danzare sotto la pioggia, ti ammiro.