Con ansia, aprile

Superati i 30 anni aspetto con ansia oramai poche cose. L’arrivo del venerdì sera per piombare in un sonno profondo sotto il mio copripiumone nuovo, la colazione silenziosa e lunga del sabato mattina, la spesa settimanale di Matteo che ha poi il dolce onere di trasformare tutte quelle verdure in qualcosa di commestibile. Quando arriva aprile per noi arriva sempre il momento della svolta vegana stagionale, un’illuminazione dopo la prima prova costume.

Aspetto con ansia l’arrivo della primavera, per la precisione di aprile perché ricorre l’anniversario mio e di Matteo, di quel primo appuntamento a Cortona nel quale, dopo una scarpinata con tacco 12, con molta classe ho tirato fuori dalla mia borsa le ballerine e sono scesa letteralmente dal piedistallo.

Aspetto con ansia l’invito a matrimoni e battesimi primaverili, solo per avere la scusa di tirare fuori dalle scatole le mie migliori scarpe e le borsette da cerimonia. Una grossa commozione vedere come riesco a infilare tutte le mie cianfrusaglie, agenda compresa, dentro una pochette.

Aspetto con ansia aprile perché esce il catalogo premi dell’Esselunga.

Aspettavo con ansia il nostro 10° anniversario per regalare a Matteo, utilizzando i punti Esselunga, il frullatore ad immersione cordless. Nel caso dovesse frullare anche sul tetto. Mi sa che qualcuno aspettava con ansia la stessa cosa perché con mio grande rammarico era ovviamente terminato.

A forza di aspettare, adesso devo ripiegare sulle solite creme antirughe da uomo.

Buon anniversario a Noi

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L’uomo che sussurrava al Topo

Chi non ha mai visto il film tratto dall’omonimo libro “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, no dico chi? Uscito nel 1998, diretto e interpretato da Robert Redford con una giovane Scarlett Johansson e Kristin Scott Thomas ha strappato miliardi di lacrime durante la visione e di battute, dopo.

Da poco tempo in casa mia si sta girando il sequel di questo famosissimo film 🎥, o almeno, per non mancare di rispetto a Robert Redford di cui sono perennemente innamorata, il suo rifacimento in chiave ironica. Dopo l’uomo che sussurrava ai cavalli, presto nei migliori cinema di serie B uscirà “l’uomo che sussurrava ai topi”.

Tutti gli appartenenti al genere maschile ad un certo punto affrontano quel difficile periodo della vita che prende nome di Mezza età, chi prima, chi dopo, si trova a fare i conti con la gioventu’ che svanisce e con le creme antirughe che funzionano sempre meno.

C’è chi si perde in una selva oscura come il nostro Dante, chi si compra e trova il coraggio di indossare pantaloni di pelle attillati, c’è chi cambia macchina e moglie per poi rendersi conto come lo statuario Jason Momoa che forse lasciare la strada vecchia, anche se davvero più vecchia, per quella nuova non era affatto una buona idea e chi come il mio Matteo, superati da poco i 40 anni, acquista la consapevolezza di avere semplicemente bisogno di una nuova compagna di vita, silenziosa e tascabile, a differenza della prima.

Così da circa due settimane abbiamo accolto nella nostra casa perennemente in ristrutturazione un nuovo membro, apparentemente acquistato per la gioia della figlia, ma palesemente di grande conforto al padre: un orsetto siberiano che abbiamo chiamato Alabama, per gli amici Lilli.
Con la mia solita diplomazia, menomale che ho studiato Scienze Politiche, non ho minimamente nascosto la mia perplessità sulla new entry: praticamente vivo con un un topo!

Un topo che passa il giorno a dormire e la notte a girare sulla ruota, per nulla silenziosa, un topo che ovviamente adesso mangia solo cibo biologico e che secondo il suo padrone ha bisogno di una ruota più grande per esprimersi al meglio, un topo che per fortuna ha il buongusto di espletare le sue funzioni dentro la gabbia permettendomi ogni 3 giorni di pulirlo come se non ci fosse un domani.

Solo io e Emma Sveva in questa convivenza imposta abbiamo mantenuto una coscienza critica; carino, simpatico, ma pur sempre un Topo. Ho capito che eravamo le uniche rimaste ancora lucide la prima mattina che lo ha lasciato per andare al lavoro: io con una tazza di ☕ bollente maledivo i lunedì, Emma ancora dormiva e Lui, prima di chiudere dietro di sè il portone, ha sussurrato un dolce “A stasera”. Al topo!

Si vede il Topo?

Voglio vivere all’ Ikea

Qualche giorno fa sono finalmente arrivati i miei mobili Ikea e come tutti i mobili Ikea sono arrivati ridotti al minimo indispensabile dentro tante piccole scatole. Alla vista del divano chiuso in’ unica scatola, un leggero sussulto di coscienza critica anche dopo anni di acquisti svedesi mi è venuto, ma ora che ho il fondoschiena depositato sopra al mio nuovo divano 2 posti color grigio antracite accanto al mio cuscino color senape, va tutto decisamente meglio!

Il sabato passato all’Ikea a mangiare polpette con salsa ai frutti rossi è stato il mio sabato del relax, passata dalla modalità “mamma modello che porta Emma Sveva alle feste di compleanno e resiste a buttarsi nella Baby Dance” alla modalità “Datemi un metro e un lapis di legno e conquisterà il mondo.”

Divano morbido, poggiapiedi, angolo lettura, area verde attrezzata, pranzo pronto e un po’ di sano shopping. Si può vivere all’Ikea?

Quando ti stufi di un divano ti butti sui braccioli di un altro, quando non vuoi rifare il letto ti infili sotto le coperte di quello accanto appena rifatto e dopo aver letto tutti i libri delle librerie un pisolino sulla poltrona/letto non te lo toglie nessuno. La monogamia anche in arredamento è davvero troppo sopravvalutata.

Ci deve essere qualcosa di estremamente manipolatorio nei negozi Ikea, un costante messaggio subliminale che ti chiama a se’ e che ti dice:

Vieni qui, rilassati, prova i divani, riponi i tuoi cappotti in questi armadi, compra tutte le scarpiere di cui hai bisogno, le tue scarpe con noi staranno benissimo, disegnati pure la tua casa ideale e noi te la forniremo in tante piccole scatoline. Comprati solo un cacciavite e sarà tutto Tuo!

Non uscirò mai da questo LOOP e me ne rendo conto. La mia vita praticamente è scandita tra il pre, il durante e il post acquisto Ikeoso.
Mi fa tristezza solo pensarlo, figuriamoci scriverlo.

Ma NOI maniaci dell’arredamento, maniaci del risparmio e forse solo “maniaci” impieghiamo giorni di preparazione a riempire il carrello virtuale, le liste dei desideri, scarichiamo l’app con le disponibilità in tempo reale e poi Tac inizia il giro in negozio.

Mi aggiro nei reparti casa con la stessa sicurezza e convinzione con cui un tempo percorrevo in discoteca il tragitto dall’ingresso al tavolo riservato, in mano non più cocktail e borsetta, ma la Lista, non si sa mai che l’app smetta di funzionare esattamente nel momento sbagliato. All’ingresso mi accolgono tanti piccoli armadietti grigi, dove accuratamente ripongo gli oggetti sensibili da non perdere nel delirio degli acquisti, armadietti che non mi fanno rimpiangere affatto il reparto guardaroba delle Disco, dove ragazze snob arraffavavano sbuffando cappotti con golf e sciarpe infilati nelle maniche pur di non pagare 3 euro al pezzo. 13 anni di discoteca ti preparano alla Vita: la fila alle Poste o 12 ore all’Ikea non ti sembra più la cosa peggiore del Mondo.

Mentre faccio un Pit Stop per ricaricare energie e mangio polpette e soprattutto vedo Matteo che fa lo stesso, mi sembro quasi una di quelle donne casalinghe americane che raccolgono coupon per mesi e che il giorno della spesa si giocano il tutto per tutto, sentendosi minare nell’orgoglio se non riescono bell’obiettivo che si erano prefissate. Il mio obiettivo dopo 8 ore interminabili si è degnamente concluso, rimanendo nel Budget fissato, e con buona incetta di lapis che come le formiche mi invaderanno casa per anni, conscia che nemmeno scrivono bene, ma che con il metro di carta fanno parte della giornata Relax come il puzzo d’uovo quando vai alle terme.

Si vede il divano???????