Paurosi si nasce, Coraggiosi si diventa

003C’è  chi nasce  con l’audacia già  insita nel Dna, impavido inizia a camminare a soli 9 mesi, sfida la forza di gravità del pannolone, si alza sulle sue gambine cicciottelle e inizia a scoprire il mondo intorno a lui. C’è  chi invece, riflessivo per non dire pauroso, fin dalla nascita preferisce scoprire il mondo comodamente seduto a terra, al sicuro da probabili e rovinose cadute.

Ovviamente io faccio parte del secondo gruppo; se fin dalla più tenera età, infatti, le parole non mi sono mai mancate, il gattonare e il camminare sono state pratiche impensabili fino a 18 mesi compiuti.

Sono nata fifona, a mio agio con un libro e la tv sintonizzata sui cartoni 24h/24h, ma con un’avversione cronica a qualsiasi sport e gioco avventuroso. Ero l’unica bambina che a ginnastica rimbalzava sul tappeto elastico e tornava a casa piena di lividi, l’unica bambina che al Lunapark passava le ore al banchino della pesca a tirare su i cigni rosa con il retino terrorizzata dalle giostre. Paurosa e avida di premi.
Nell’adolescenza non sono cambiata di una virgola: niente motorino, niente macchina, unico mezzo di trasporto i miei piedi che in un eccesso di coraggio costringevo a salire su zeppe di 10 cm il sabato sera. Unico brivido d’avventura? Fare chiodo a scuola.
A 17 anni la mia migliore amica mi costrinse a salire sulle montagne russe per bambini alla Fiera dei Morti a Perugia: lei urlava e rideva, io urlavo e piangevo. Una debacle sociale!

A 18 anni compiuti la patente non era la mia priorità e, visto la mia poca attitudine con i mezzi di trasporto, ero caldamente sostenuta dalle mie amiche nell’astensione alla guida.

Insomma potevo vivere ancora così per anni, nella mia bolla a leccarmi le ferite, lasciando che le mie paure mi impedissero di vivere la vita indipendente e attiva che mi ero prefissata: non prendendo mai un aereo, non imparando a guidare, non parlando mai in pubblico per il terror001e di diventare rossa come un peperone, non sfidandomi mai!

Ma come quella mattina di 30 anni fa quando mi dimenticai della paura e attraversai il salotto per consegnare delle noci a mia madre, un giorno, il desiderio di vedere il mondo oltre dove mi avrebbe potuto portare un traghetto ha prevalso sulla paura e ho volato, dopo una serie infinita di lezioni di scuola guida ho preso la patente e sono diventata il terrore delle strade e, questo martedì  mi sono spinta fino a Bologna per sostenere un concorso che sicuramente non vincerò, ma che anche per questa volta mi ha fatto abbattere una delle mie peggiori paure. I camion in autostrada!

Il trucco per vivere, quindi, non è smettere di avere paura, ma trovare il coraggio per sfidare la gravità, pannolone permettendo!

Pubblicità

Ogni volta che cucino un cuoco perde il mestolo e a un fidanzato casca il telecomando

Ogni volta che qualcuno dice a voce alta Io non credo alle fate, c’è una fatina che da qualche parte cade a terra morta. Ogni volta che io dico Io so cucinare a un cuoco stellato gli cade il mestolo di mano.

Nonostante le ripetizioni private offerte da fidanzato Chef e i tutorial da casalinga perfetta il gene della cuoca, come quello della donna serafica, è risultato assente anche alle ultime analisi del sangue. Così come un pesce non può imparare ad arrampicarsi su un albero io non posso imparare a orchestrarmi con destrezza tra l’isola grigia della mia cucina e i fornelli senza combinare qualche maledetto danno.

Solo a poche persone è stato donato il talento per preparare una torta con la panna montata senza la panna montata! Mi sembra di sentire ancora  la mia combriccola di amiche  sghignazzare davanti alla mia torta “alla panna liquida”, quando un sabato sera di qualche anno fa, dopo due ore di sbattimento e una probabile tendinite, gettai la spugna accusando il frullino di ammutinamento! L’immagine di un tortellino stampata sulla confezione della panna forse doveva farmi riflettere sul fatto che avevo comprato la panna da cucina e non quella per dolci! http://blog.libero.it/Mentapeperita/9878072.html

Inutili con me i libri di cucina, i timer di ogni forma e colore, le pentole antiaderenti di pietra lavica e gli elettrodomestici di ultima  generazione: dopo aver fuso le manopole del gas della cucina,  lasciato una padella dentro il forno acceso perché di solito lo uso come ripostiglio, la mia cucina è perennemente sotto scacco di una qualsiasi macchinetta del caffè pronta a scoppiare come una bomba ad orologeria.

Fusione manopole FATTO

Giuro, giuro non è  colpa mia se i piatti si rompono a una media di 2 a settimana, se il flacone del profumo mi è  cascato preciso sul lavello fatto su misura sbeccandolo inesorabilmente, se mi dimentico di chiudere i tappi delle bottiglie, se lascio il latte sul fuoco fino a che non si brucia il pentolino, se adoro cucinare le cipolle pur sapendo di abitare in un loft senza porte…tutto questo  è solo  colpa del Multitasking femminile!!!

E chi è capace di fare una cosa sola per volta?

Diciamocelo mentre una donna aspetta che l’acqua bolla sul fuoco intanto passa l’aspirapolvere, spunta mentalmente la lista della spesa, focalizza cosa indossare per la serata del venerdì, organizza la settimana, parla al telefono con l’amica, guarda Netflix con la coda dell’occhio e fa allungamenti con le gambe. Ah dimenticavo, finge di ascoltare le lamentele del fidanzato che, comodamente seduto sul divano, aspetta l’attimo prima che l’acqua fuoriesca dalla pentola per alzarsi e in perfetto effetto slow motion con la colonna sonora di Rocky Balboa di sottofondo riesce a spengere il fuoco! Alleluia, grazie amore la casa è salva!