Fino a pochi decenni fa era tradizione per le donne che si sposavano portare con sè una dote, come dono al marito. Che fosse una rendita o un semplice corredo questo dipendeva dalla famiglia d’origine della donna, ma anche se scarna era un obbligo a cui i padri dovevano ottemperare prima del matrimonio. Lenzuola, tovaglie e biancheria sapientemente confezionate da mamme, nonne e sorelle, cucite e riposte in un baule, poi gelosamente custodito e tramandato alle figlie femmine.
L’anno scorso nel bel mezzo dei lavori di ristrutturazione della mia casa e in piena fase Esorcista, ho ritrovato nel garage dei miei genitori il vecchio baule di mia nonna, dimenticato e trasformato oramai nel porta-attrezzi da falegnameria spicciola di mio padre.
Come sempre, spinta dalle mie miglior qualità,”la tirchieria” e ” il non farmi mai i cavoli miei”, l’ho aperto e, dopo aver dissipato una nuvola di naftalina che avrebbe ucciso persino il povero Eta Beta ci ho trovato dentro un’infinità di lenzuola, stoffe diciamo “vintage” e camicie da notte di seta. Conscia dei prezzi delle lenzuola di seta oggi, mi sono mangiata le mani per come la mia dote era stata così impudentemente maltrattata e resa inutilizzabile, oltre che del disinteresse di mio padre per il mio futuro matrimoniale.
Ma non mi sono persa d’animo e con l’occhio critico di un amante del “vecchio” ho deciso di dare almeno una possibilità a lui, al mio Baule. Con l’aiuto di mani più esperte delle mie, l’ho disinfettato, ristrutturato e me lo sono portato nel mio loft grigio, fiera di esser riuscita a salvare un pezzo della mia storia e tutti i sogni che mia nonna, sua madre e quella prima ci avevano riposto insieme alle trapunte invernali.
Speriamo di non scoprire un giorno che era un mobile invecchiato di Maison Du Monde
Quando si parla del luogo dove riponiamo virtualmente i sogni facciamo sempre riferimento a un misero cassetto, magari di un comodino triste e moderno. Io ho deciso di giocare in grande e del cassetto non mi sono accontentata. Il sogno di scrivere un giorno per “D”, l’inserto del sabato di Repubblica, quello di incontrare Axl Rose prima che si rifaccia le treccine, sposarmi con quell’acido del mio fidanzato e prendere una seconda laurea solo per sentirmi dire che è inutile come la prima sono sogni che hanno bisogno di spazio e nel caso non lo riempissi tutto mi sono iscritta, una volta alla settimana a un corso di sartoria per principianti. Con i prezzi della biancheria oggi, meglio armarsi di ago e filo!