Non so bene come, ma è successo: sono diventata una persona che odia il giorno del suo compleanno o meglio vorrebbe ignorarlo o meglio vorrebbe che il mondo lo ignorasse.
Come sono passata dalla modalità “Birthday Girl” a “spero che passino veloci queste 24 h” davvero non lo so. Per anni ho aspettato con ansia il 7 settembre sul calendario.
La mia data preferita, quasi apotropaica. Il giorno perfetto per vestirsi strana e per essere al centro dell’attenzione del mio piccolo mondo.
Non so se è la paura di invecchiare o un rigurgito di sobrietà, ma da qualche anno troppa attenzione mi genera un certo fastidio, quasi disagio.
Adoravo per il mio compleanno vedere tutte le mie amiche e costringerle a vestirsi in modo assurdo per seguire i temi delle mie feste, adoravo aspettare la mezzanotte solo per indovinare chi mi avrebbe fatto gli auguri per primo, adoravo progettare vacanze al mare per festeggiare simil abbronzata, adoravo concedermi piccoli regali e dolci deroghe alla mia ferrea routine. La Sacher Torte in primis.
Adoravo avere tutte le mie persone preferite vicino e adoravo per un giorno non pensare ad altro che alla mia acconciatura e al vestito da indossare sulle mie scarpine argento o quale castello impervio slash torre medievale Matteo mi avrebbe fatto visitare, non curante delle mie vertigini.
Adoravo il mio compleanno. Adoravo, io che non amo le sorprese, sorprendere me stessa per un giorno.
Stamani ho adorato il mio caffè e sto adorando questo silenzio mattutino che i pargoli mi stanno regalando. Adoro i pochi, ma sinceri auguri arrivati puntuali per la colazione e cercherò di regalarmi qualcosa di speciale che sia un bagel con il salmone o la cosa più cioccolatosa che riesco a+ salvare dalle grinfie di Emma Sveva, degna figlia di sua madre con il fiuto più potente del mondo.
Contenta di aver avuto la possibilità di oscurare la data del compleanno dai social, devo però ringraziare il mondo virtuale che mi ha profilato negli anni e mi fa rivivere alcuni dei miei giorni speciali.





