Certi pensieri, fino a che non li esprimi almeno una volta a voce alta – a un essere umano, all’icona di whatsapp, o allo specchio – quasi sembrano non esistere. Svaniscono.
Le preoccupazioni, le ambizioni, le arrabbiature improbabili, scomode e strampalate, se rimangono inespresse possono consumarti, inesplose possono mandarti dal gastroenterologo se ancora non ti sei deciso ad andare da uno psicologo.
Non tutti hanno la fortuna abnorme di avere una rete di amicizie che ti tengono a galla e che, tramite un fitto scambio di whatsapp mattutini, ti fanno sentire meno sola e strana. Perché ci sono alcune giornate che sono davvero troppo pesanti per sopportarle da soli. Ho quindi pensato di amplificare la mia platea di perfetti sconosciuti a cui raccontare cose improbabili, tornando a fare la speaker radiofonica. Così quei pensieri sparsi nell’etere acquisiranno vita propria.
Ve le racconto io le mie paturnie a voce alta e, se voi volete, me le potete raccontare – scrivendomi – o semplicemente dirle mentre siete in macchina o in cucina, tanto anche io parlo da sola con gli elettrodomestici e gli audiovisivi.
Benvenuti nel mio spazio bianco che da anni diventa bianco e nero con le mia parole. Non sono una brava speaker radiofonica e ascolto in modo selettivo, ma credo fortemente nell’empatia, anche quella a distanza, perché la condivisione può davvero alleggerire il silenzio assordante delle nostre giornate fatte di impegni e quasi mai di relazioni.

Rimanete sintonizzati quindi perché a gennaio, a panettone digerito, torno a parlare su https://radioincontri.org/.