Sono rimaste solo poche lentiggini sul naso e in cima agli zigomi a ricordarmi che il sole ☀ dopo i 30 anni non è sempre solo un nemico, artefice di macchie antiestetiche.

Mi sono sempre piaciute le mie lentiggini sparse, disordinate, irriverenti, scordinate che fanno capolino con i primi raggi di sole caldo e che poi tornano in letargo d’inverno.
Le macchie invece quelle antipatiche non ti abbandonano mai, si piazzano lì e nonostante le creme più disparate puoi solo sperare che non aumentino, moltiplicandosi come i funghi.
Stamattina mi sono guardata allo specchio e ho visto un viso stanco, le labbra secche, le occhiaie, i capelli che necessitano delle mani esperte del parrucchiere e quelle macchie sopra il labbro che da lontano sembrano i baffi di un cosacco. Al telefono in un messaggio vocale d’aiuto in risposta ad un altro messaggio d’aiuto – c’era una volta il telefono senza fili – ho ammesso all’orecchio amico che mi sento in pieno Burnout e quando mi sono guardata allo specchio ho pensato che si vedeva tutto.
Forse con uno strato di stucco arancione posso camuffare un po’ le occhiaie, forse il caffè con la cioccolata della macchinetta al lavoro può momentaneamente ridarmi la carica, un po’ di riposo alleggerire le braccia pesanti e qualche integratore rinvigorire le gambe molli, ma la testa che vede solo muraglie cinesi quella non la posso facilmente ingannare.
Di macchie e lentiggini sono piena, ma al momento vedo solo macchie.