Chi non ha mai visto il film tratto dall’omonimo libro “L’uomo che sussurrava ai cavalli”, no dico chi? Uscito nel 1998, diretto e interpretato da Robert Redford con una giovane Scarlett Johansson e Kristin Scott Thomas ha strappato miliardi di lacrime durante la visione e di battute, dopo.
Da poco tempo in casa mia si sta girando il sequel di questo famosissimo film 🎥, o almeno, per non mancare di rispetto a Robert Redford di cui sono perennemente innamorata, il suo rifacimento in chiave ironica. Dopo l’uomo che sussurrava ai cavalli, presto nei migliori cinema di serie B uscirà “l’uomo che sussurrava ai topi”.
Tutti gli appartenenti al genere maschile ad un certo punto affrontano quel difficile periodo della vita che prende nome di Mezza età, chi prima, chi dopo, si trova a fare i conti con la gioventu’ che svanisce e con le creme antirughe che funzionano sempre meno.
C’è chi si perde in una selva oscura come il nostro Dante, chi si compra e trova il coraggio di indossare pantaloni di pelle attillati, c’è chi cambia macchina e moglie per poi rendersi conto come lo statuario Jason Momoa che forse lasciare la strada vecchia, anche se davvero più vecchia, per quella nuova non era affatto una buona idea e chi come il mio Matteo, superati da poco i 40 anni, acquista la consapevolezza di avere semplicemente bisogno di una nuova compagna di vita, silenziosa e tascabile, a differenza della prima.
Così da circa due settimane abbiamo accolto nella nostra casa perennemente in ristrutturazione un nuovo membro, apparentemente acquistato per la gioia della figlia, ma palesemente di grande conforto al padre: un orsetto siberiano che abbiamo chiamato Alabama, per gli amici Lilli.
Con la mia solita diplomazia, menomale che ho studiato Scienze Politiche, non ho minimamente nascosto la mia perplessità sulla new entry: praticamente vivo con un un topo!
Un topo che passa il giorno a dormire e la notte a girare sulla ruota, per nulla silenziosa, un topo che ovviamente adesso mangia solo cibo biologico e che secondo il suo padrone ha bisogno di una ruota più grande per esprimersi al meglio, un topo che per fortuna ha il buongusto di espletare le sue funzioni dentro la gabbia permettendomi ogni 3 giorni di pulirlo come se non ci fosse un domani.
Solo io e Emma Sveva in questa convivenza imposta abbiamo mantenuto una coscienza critica; carino, simpatico, ma pur sempre un Topo. Ho capito che eravamo le uniche rimaste ancora lucide la prima mattina che lo ha lasciato per andare al lavoro: io con una tazza di ☕ bollente maledivo i lunedì, Emma ancora dormiva e Lui, prima di chiudere dietro di sè il portone, ha sussurrato un dolce “A stasera”. Al topo!
