
Venerdì tra una pausa pranzo e una pausa pre-cena, menomale che c’è il forno che cucina al posto mio, ho guardato Gli anni più belli, l’ultimo film di Muccino con un cast di tutto rispetto. Provare per credere.
Il film, nonostante i bravissimi attori, non mi ha particolarmente entusiasmato, ma solo per il fatto che mi sembra di averlo già visto e devo ancora capire se è un bene o un male, quando un film ti sembra familiare.
Una storia lunga trent’anni.
– l’adolescenza fatta di passioni forti ed emozioni vissute a pieno, scelte che sembrano eterne, ideali che nel giro di pochi anni si infrangeranno contro la realtà quotidiana neanche fossero onde sugli scogli di qualche spiaggia anonima.
– La fase della maturità o quella che così dovrebbe essere proprio per l’avanzare dell’età, la fase più difficile in cui ti sembra di stare in bilico perenne, tra ieri e il domani perchè l’oggi è un turbinio di obblighi, doveri, impegni e stanchezza che ti hanno fatto allontanare da chi eri un tempo alla ricerca di quel nuovo Io che dovrebbe dare un senso al tutto.
Poi finalmente la fine della corsa, la fase della riflessione, quella in cui appunto smetti di correre, smetti di mentire, smetti di tradirti e capisci improvvisamente cosa è importante, neanche fosse stato aramaico fino al giorno prima.
– La fase della rivelazione, del recupero, quella in cui recuperi il tempo perso dietro all’orgoglio, alle bollette, all’effimero, recuperi il sonno perchè oramai il più è fatto, nel bene o nel male. La fase della consapevolezza dove non ti fa più paura guardare negli occhi la ragazza che eri a 17 anni e i suoi sogni, dove hai compreso le scelte e gli sbagli dell’età di mezzo e hai fatto finalmente luce in quel turbinio buio di eventi che sembravano susseguirsi senza senso.
Quali siano gli anni più belli il film non lo chiarisce, una certa predilezione si percepisce nei confronti dell’età pura, l’adolescenza, verso la freschezza dei volti e dell’amicizia vera, ma niente lascia intendere quale sia davvero la fase più bella.
Gli anni più belli? Forse quelli che stiamo vivendo Hic et Nunc, ricchi di contraddizioni e difficoltà, ma unici e incomprensibili.
Stanotte entro ufficialmente nell’età di mezzo, nell’età in cui Dante vagava nella selva oscura, mi manca il mio IO del passato come mi manca l’aria, mi manca la sua spensieratezza e mi mancano le ore di sonno ancora di più, non ho la lucidità per comprendere a pieno questi anni “pieni” e impegnativi, dove scegliere non è mai veramente un atto libero e incondizionato e dove la razionalità calpesta come un carro armato la passione.
Ufficialmente nella terra di mezzo, in questo strano 2020, la scelta che mi attende è ballare o rimanere in ballo.
In attesa di capire come comportarmi, un augurio verso Me stessa, al cubo, è doveroso.
Buon compleanno a Me, Cecilia dagli occhi pieni di Paillettes che danzi libera in attesa di realizzare i tuoi sogni, auguri a me Cecilia over 50 che guardi il passato con un sorriso e senza più paura danzi nel presente, Auguri a me Cecilia 35enne che per la forza e il coraggio di danzare sotto la pioggia, ti ammiro.