Femministe si diventa

Jean-Étienne Liotard
La bella cioccolataia, 1745, Dresda

Ricordo benissimo il momento in cui, nella noia delle mattinate scolastiche che si ripetevano uguali – io che facevo finta di prendere appunti mentre invece scrivevo il mio blog antelitteram nella Smemo – uno squarcio di interesse oltrepassò il mio orecchio stanco e destò la mia attenzione al di sopra del punto fisso in cui spesso mi addormentavo.
La protagonista della Mirandolina di Carlo Goldoni è stata la vera e propria figura femminile, dopo Fantaghirò e Lady Oscar, a suscitare in me oltre che ilarità una prima riflessione sulla parità dei sessi. Ciò che per me era normale amministrazione cominciò a prendere forma e ad avere un nome ben definito: pari opportunità.
I miei studi universitari e il mio impegno nel sociale in tutti questi anni hanno avuto origine in quegli anni adolescenziali e ovviamente con colei che mi ha cresciuto a Pane e indipendenza, mia madre E.M.C.F, la donna che per abbreviare il nome conviene usare un acronimo.

Nonostante il fatto che se oggi Matteo mi chiedesse in sposa improvviserei un vestito e un matrimonio in 24h, non dobbiamo dimenticare che se il matrimonio è ora una libera scelta, nel nostro passato non troppo lontano e nel presente di ancora molti paesi per molte donne non è una scelta d’amore, ma uno strumento di controllo o sottomissione.

Spesso mi sento ripetere dalle Piccole Donne che frequento che sognano di farsi mantenere da un marito ricco da grandi. Certo avere una vita piena è stancante, conciliare tutto è una MISSION IMPOSSIBLE in cui nemmeno Tom Cruise riuscirebbe, ma la libertà personale, la libertà di scegliere e di determinare la propria vita per ogni individuo è il miglior auspicio.
Quindi mie Piccole Costolette leggete…


LA LOCANDIERA – C. Goldoni
MIRANDOLINA – Uh, che mai ha detto! L’eccellentissimo signor
Marchese Arsura mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi
sarebbe una piccola difficoltà. Io non lo vorrei. Mi piace l’arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposati tutti quelli che hanno detto volermi, oh, avrei pure tanti mariti! Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me s’innamorano, tutti mi fanno i cascamorti; e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi a dirittura. E questo signor Cavaliere, rustico
come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere
capitato alla mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare
con me. Non dico che tutti in un salto s’abbiano a innamorare: ma
disprezzarmi così? è una cosa che mi muove la bile terribilmente. É
nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà
ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La troverà. E chi
sa che non l’abbia trovata? Con questi per l’appunto mi ci metto di
picca. Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La
nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio
piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la
mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. A
maritarmi non ci penso nemmeno; non ho bisogno di nessuno; vivo
onestamente, e godo la mia libertà. Tratto con tutti, ma non
m’innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di
amanti spasimati; e voglio usar tutta l’arte per vincere, abbattere e
conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo
la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura

Tralasciando il fatto che poi alla fine Mirandolina ceda alle conformità dell’epoca e si sposi il cameriere della sua Locanda poco importa, bastano poche parole del 1752 a suscitare nelle menti più giovani qualche riflessione in più, visto che oramai Fantaghirò non è più in onda.

Autore: CostolaDiAdamo

Giornalista e Blogger sempre in lotta con il tempo, con il mondo del lavoro e con i guai autocreati e non. In attesa che facciano una Fiction sulla mia vita condivido con il mondo le mie riflessioni e un po' dei cavoli miei. Se non mi trovate sui Social scrivete a ceciliafalchi85@gmail.com

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