
La felicità è un’utopia a cui idealmente aspiriamo e che spesso ci risucchia in un vortice autodistruttivo. Spesso così tanto impegnati a cercarla che ci perdiamo davvero le piccole cose sensate di ogni giorno.
Stesso errore lo facciamo nella ricerca quotidiana della perfezione. Terrorizzati dall’ errore evitiamo di sbagliare con la conseguenza che non impariamo mai un tubo.
A 36 anni suonati ancora ho bisogno di uno schiaffo di realtà per interrompere il circolo vizioso di stress in cui mi infilo da sola. Come una pentola a pressione devo far saltare il tappo per respirare. Basterebbe un po’ di mare tutti i giorni per far svanire in modo meno isterico la pressione.
Mi vanto tanto di essere una persona “sveglia” e poi casco sempre nei soliti bug del mio sistema segno zodiacale Vergine: spingere all’inverosimile e poi trovarsi con il fondoschiena per terra. I lividi ovunque testimoniano il mio poco equilibrio.
Il mare di ottobre, la natura aspra e selvaggia della Maremma, un neogozio d’antiquariato a Manciano e alla radio “you are so vain” di Carly Simon mentre inizia a piovere. Un po’ più di vanità per tutti, il mondo sarebbe più bello e la gente meno arrabbiata!!!
La pioggia che scombina i piani e ti ritrovi piacevolmente serena di passare un’altra ora in macchina per pranzare nel posto preferito a Campagnatico. Difficile descriverne l’incongruenza tra l’esterno e l’interno: la bellezza di una casa calda e accogliente nascosta dietro una facciata diroccata e delle scale che non ti invogliano a salire.
Nove anni fa lo abbiamo scoperto per caso durante una delle nostre ricerche culinarie del sabato passato al mare e da allora è il Nostro Posto. Semplice e perfetto, caldo e invitante. Il cinghiale, il polpo, le verdure, il montecucco.
Una dichiarazione d’amore, di cui non rivelerò mai il nome.
Degna conclusione di una giornata perfetta