I papà delle bambine. Un’entità superiore a metà tra un Peter Pan volante e il padre banchiere un po’ impacciato di Mary Poppins. Un ruolo vissuto al pari di un’investitura, una nomina a cavaliere, un compito da portare a termine fino alla morte. Del drago cattivo ovviamente.
I papà sono super eroi senza la tuta colorata. Ognuno con il suo super potere e con il proprio tallone d’Achille. Come Superman il mio uomo in grigio odia la criptonite, i pannolini super puzzolenti, ma indossato il mantello scintillante, la pannuccia da Supercuoco passa i fine settimana a cucinare sughi succulenti a prova di bambino.
Da ossessionato dell’invecchiamento cutaneo la increma per ore e ore e prende molto seriamente il suo svezzamento televisivo e calcistico tanto da insegnarle a riconoscere Cristiano Ronaldo in campo alla tenera età di 16 mesi.
Il mio personale super eroe dorme spesso fino a tardi. Completamente sordo a richiami notturni e si dilegua difronte al taglio delle unghie o ai tanto odiati lavaggi nasali, ma gioca fino allo sfinimento con pentoline e finte pappine e balla a tempo la sigla di Masha e Orso.
Fino a 12 mesi fa distingueva a mala pena un pantalone da una gonna adesso si erge a dispensatore di consigli per gli acquisti.
<< Compra la carrozzina per la bambola non il passeggino così quando Emmina la spinge la può vedere e coccolare >>.
E tutti zitti ha parlato Superpapa’