Salve a tutte mie future lettrici e anche a tutti voi abitanti di Marte naturalmente, gli uomini sono sempre ben accetti come lettori, acerrimi nemici e compagni di vita, scegliete voi la modalità preferita. Mi ritrovo a scrivere un blog dopo ben due anni di pausa forzata, ero impegnata nella faticosissima ricerca di un lavoro decente, ma dal momento che non l’ho ancora trovato e le mie speranze in merito si riducono di anno in anno – inversamente proporzionali alle rughe nel mio volto – ho pensato che non posso privarmi della cosa che mi rende più felice al mondo dopo lo shopping compulsivo e la cioccolata… ossia raccontare i cavoli miei a sconosciuti.
Le mie amiche mi implorano da tempo di riattivarmi in questa mia passione, sperando così di potermi finalmente mettere il silenzioso come lo si fa con il telefono in una riunione. Probabilmente scritta sono più divertente che ascoltata.
Comunque prima di spiegare, spero in modo non troppo contorto, il titolo del mio blog e di cosa vi narrerò “O muse” mi presento.
Secondo l’anagrafe sono una 30enne single, laureata e disoccupata e formo un nucleo familiare composto da una sola persona – me medesima – nucleo di cui non vuole neanche far parte il mio adorabile cane che abita con i miei genitori a 100 metri da casa mia. Alla faccia del migliore amico dell’uomo. Il mio cane è talmente grasso che è migliore amico solo del cibo. Torneremo sul mio cane “Stella la Sanguinaria” in un altro momento.
Certo che presentata così – grazie anagrafe – sembro un pessimo affare a tutti gli effetti e non mi stupisce che non siano i dipendenti comunali a scrivere le biografie. Anche se nel periodo in cui ho lavorato gratuitamente allo Stato Civile ricordo che ero super ispirata dalle storie che “casualmente” captavo e dal fatto che potevo sapere tutto di tutti dove i tutti di quel periodo erano ex e affini. Peccato che ciò che mi ha impedito di diventare una scrittrice di successo con una di quelle storie fantastiche sia stato il fatto decisamente rilevante del totale segreto professionale. Un’altra carriera stroncata!
Dopo quell’esperienza ho avuto la certezza che stare zitta per me era proprio un problema e che dietro le poche informazioni lapidarie che di noi rimarranno chiuse in un libro polveroso c’è un mondo nascosto e allora ho scelto di fare la giornalista e l’impicciona. Alla mia lista di deterrenti – single, disoccupata ecc – mancava solo questo: voler fare la giornalista in un mondo di giornalisti e soprattutto volerla fare anche seguendo un’etica e una coscienza. Risultato? Iscritta all’albo dopo 10 anni di sbattimento e ora a casa a leggere gli articoli degli altri. E su questo triste punto vi spiego il titolo.
Perché Costola di Adamo? In primis perché è un film molto carino con la coppia di fatto Katherine Hepburn e Spencer Tracey – sono decisamente anacronistica – e perché ogni donna almeno una volta nella vita si è chiesta perché non sia nata uomo o perché non si faccia mantenere da uno di questi. Mi ritengo una femminista convinta e credo fermamente nelle pari opportunità tanto da scriverci una tesi, ma non mento, più di una volta nella vita me lo sono chiesto se fosse stato più facile nascere uomo o se sarebbe più facile adeguarsi a certi stereotipi femminili, e più di una volta nella vita mi sono risposta che anche se sarebbe stato tutto più semplice, sarebbe stato tutto molto più noioso. Oggi rispondo così, domani quando probabilmente andrò a fare un colloquio dove mi chiederanno se ho intenzione di riprodurmi a breve, me lo richiederò ancora. Il mio blog rubrica parlerà quindi di noi Costole e del rapporto con i tanti Adamo della nostra vita e della scelta quotidiana di ciò che essere, mere costole, spine nel fianco o quant’altro.
Parlerà di me ovviamente, con qualcuno dovrò pure sfogarmi, e delle mie disavventure e esperienze quotidiane nella costante ricerca di una realizzazione personale e professionale. Magari un giorno vi immedesimerete, un giorno morirete dal ridere e un giorno penserete che avete di meglio da fare di leggere una sconosciuta sul web che crede di essere la Sophie Kinsella dei poveri, ma l’importante è che mi leggiate, perchè adoro sentire di nuovo questo fastidioso rumore di tasti sotto le mie dita. Buona giornata Costolette