Le chiamano pulizie primaverili perché all’arrivo del caldo si dovrebbe fare un mucchietto delle cose pesanti e ingombranti accumulate durante il lungo e tetro inverno – tra cui anche quei due chili di cioccolato rimasti nei fianchi – e gettare tutto dalla finestra accompagnando il gesto con l’apertura delle braccia e un sospiro per completare il percorso di rigenerazione.
Ci farebbe davvero bene ogni anno analizzare la nostra vita e gettare ciò che non ci soddisfa più dalla finestra come la negatività o un lavoro mal pagato, un rapporto sbagliato o lo stress, senza parlare della scopa e dell’aspirapolvere simboli di un’oppressione quotidiana di cui nessuno parla. E perché no riempire il nuovo spazio creato con nuove amicizie, un lavoro creativo e dinamico, tanto tempo per viaggiare e un robot aspirapolvere e lava-pavimenti.
In realtà è molto più difficile lasciare andare gli oggetti, i rapporti, le amicizie, un lavoro anche se insoddisfacente, che fare quel salto nel buio alla scoperta di nuovi orizzonti o nuove marche di elettrodomestici. La liquidità del mondo di cui parla il mio sociologo preferito Bauman ha avuto una grossa battuta d’arresto nella prezzemolina crisi economica di cui tanto chiacchierano i politici.
Una decina d’anni fa, anche per la vitalità e la compattezza della pelle dei 20 anni, arrivati a primavera buttavo senza rimpianti il vecchio e facevo posto al nuovo, nuove scarpe, nuovi fidanzati, nuovi lavori, convinta che questo ciclo stagionale sarebbe durato fino a mio piacimento. Con uno dei libri di Bauman in mano inneggiavo alla liquidità del mondo e a quella presente nel mio portafoglio.
Oggi siamo cambiati, la crisi ci ha cambiato pensiero e stile di vita, guai a buttare, guai a non riciclare e guai a cambiare senza prima aver pensato e ripensato alle mille conseguenze. E così rimaniamo bloccati sul balcone a pensare, a immaginare come sarebbe la nostra vita senza fardelli.
Ogni anno buttiamo dalla finestra il vecchio, ma subito dopo corriamo come Bolt alle Olimpiadi sotto il balcone a recuperare tutto il nostro mucchietto con estrema cautela per paura che qualcuno ce l’abbia rubato o che si sia irremediabilmente rovinato nella caduta.
Come siamo passati da I love shopping a Homo homini lupus?
Non so se era meglio la gallina intera di ieri o l’uovo in padella di oggi a pranzo, forse le vacche erano troppo grasse prima e troppo magre adesso, ma lasciare la via vecchia per quella nuova è ancora una delle cose più difficili che ci troviamo ad affrontare quotidianamente e forse è l’unica che ancora il consumismo non ci ha insegnato.
Se vedete quindi, tornando a casa, qualcuno sul balcone fermo immobile non vi preoccupate, probabilmente si è solo incantato a pensare… che deve ancora fare il cambio di stagione