Spesa di coppia e abbuffata di gruppo

In questi giorni prenatalizi ho avuto la conferma di cosa faremo tutti per le feste: abbuffarci! 

A testimoniare ciò le scene da Kill Bill 1 e 2 alle quali ultimamente ho dovuto assistere alle casse del supermercato con le facce sempre più  esauste delle cassiere e le file di macchine che precedono gli accessi ai parcheggi neanche ci fosse Brad Pitt nudo all’ingresso. 

Un ricordo oramai lontano il sano shopping compulsivo in centro e il giro dei negozi con uomini al seguito pronti a fare harakiri da un momento all’altro. 

La crisi del settore abbigliamento e Masterchef hanno trasformato questo appuntamento nella spesa settimanale, per  gli abitanti di Marte fonte di stress e attacchi di panico, figuriamoci a Natale!

La lista scritta a casa, puntualmente arricchita di prodotti visti e presi dal bancone in offerta e quindi irrinunciabili. 8 panettoni, 2 per celiaci, 2 per vegani, 2 per intolleranti al lattosio, 1 senza canditi e l’ultimo superstite tradizionale.

Certo che se la spesa riflettesse le dinamiche interne a una coppia e il contenuto del carrello il carattere del suo detentore i supermercati diventerebbero i nuovi centri di aggregazione e incontro o forse è  già così? Invece che inviti romantici a cena in futuro ci daremo appuntamento alle 17 davanti alla carne in offerta? Scriveremo messaggini della serie “ti ho visto oggi davanti allo scorfano in pescheria  ed eri bellissima”?

Conoscendo il mio fidanzato non sarebbe del tutto impossibile una dichiarazione d’amore davanti ai formaggi caprini.

Avendo io al mio fianco un uomo decisamente alternativo: NON SOLO capace di cucinare, ma anche corredato di diploma da cuoco è  lui che detta legge in cucina e io sono una semplice  lavapiatti.  La nostra è  quindi una spesa di coppia, ma solo in apparenza.  Stesura della lista cartacea e digitale a casa, alla quale io mi attengo con scrupolosa tirchieria e che lui puntualmente rivoluziona affascinato da petto d’oca affumaticato, formaggi francesi puzzolenti e frutta esotica di cui a stento capisco il nome. 

A me basta poco per essere felice:  un kg  di cioccolata è  sufficiente. 

Oramai però anche la cioccolata la compriamo strana: cioccolata al sale rosa, cioccolata con zenzero candito,  cioccolata senza olio di palma..
Niente Nesquik, niente Kinder in ogni sua forma e dimensione e soprattutto niente Nutella. Una tristezza infinita.

 Ma come si fa a vivere senza Nutella?

La nostra spesa è  un’ora di corsa ad ostacoli tra carrelli con il mio sguardo che cade in adorazione su ogni schifezza possibile e che nonostante la mia vistosa preghiera non ottiene considerazione. 

Alla fine alla cassa guardo dentro il carrello e vedo: litcis, carote viola, patate americane, avocado, Daikon, bistecca argentina, frutta secca di ogni tipo,  more di gelso, bacche sconosciute  e mi chiedo dove sia nascosto il cibo vero. <<Ah ecco l’insalata orientale e le cotolette vegetali>>. Menomale avevo quasi creduto di dover attingere alle scorte della mamma! BUONE FESTE e buone abbuffate. Io ho già iniziato! 

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Autore: CostolaDiAdamo

Giornalista e Blogger sempre in lotta con il tempo, con il mondo del lavoro e con i guai autocreati e non. In attesa che facciano una Fiction sulla mia vita condivido con il mondo le mie riflessioni e un po' dei cavoli miei. Se non mi trovate sui Social scrivete a ceciliafalchi85@gmail.com

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